Stasera su a Erto si terranno i riti del Venerdì santo culminanti nell'antichissima Sacra Rappresentazione della Passione e Morte di Gesù e sicuramente a molti fra noi che hanno fatto la Pedalata al Vajont nella ricorrenza del 9 ottobre piacerebbe esserci (credenti e non). Anche quella infatti può essere una bella occasione per fare esperienza di "Vajont".

 

La gente di Erto è ancora molto legata a quel rito, diventato l'appuntamento annuale per ripercorrere le vie del paese antico, quello che dovettero abbandonare a forza dopo la tragedia del '63 per stabilirsi nel nuovo costruito a monte. La fierezza e la tenacia proverbiale degli Ertani è anche nella storia della loro Sacra Rappresentazione: nata intorno al 1630 come atto devozionale dopo che una grave pestilenza, forse per via del loro estremo isolamento, li aveva risparmiati.

Diventata in tre secoli sempre più "teatro profano" che "sacro rito", fu vietata nel 1946 dall'autorità ecclesiastica, ma gli Ertani la difesero, e mantennero, con un "Comitato pro Venerdì santo" che la rese ancor più sentita e popolare.

Quando a "vietarla" arrivò il disastro biblico del '63 con l'evacuazione del paese, lo stesso Comitato diventò provvidenziale nel dare un motivo in più di ritorno alla gente di Erto, che infatti per la Pasqua del '68 rifece nascere l'antico rito. Sono passate 45 Pasque e altrettante Sacre Rappresentazioni, da allora. Nel frattempo, da qualche anno, si è costituito a Erto un Comitato per la Memoria del Vajont con un compito ben più difficile, quello di ricordare degnamente sia le vittime del disastro sia le cause che la provocarono. Sarà essenziale in questo anno del 50° con le tante rievocazioni superficiali o interessate che ci si può attendere da media e istituzioni varie.

Gino Ferri
per la redazione di paciclica.it
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