vajont1Il 9 ottobre 2013 saranno passati 50 anni dalla strage del Vajont, quasi duemila morti causati dalla costruzione della diga ostinatamente voluta da alcuni poteri forti della Repubblica Italiana in nome del «progresso economico». Come è prevedibile ci saranno numerose commemorazioni in quell'occasione, la gente riscoprirà il senso della memoria, si indignerà, si commuoverà, quelli che erano già nati rispolvereranno ricordi lontani. Per qualche giorno. Poi tutto tornerà nell'oblio, nell'ignoranza, nell'indifferenza della memoria collettiva. Così come succede sempre anche per altre tragedie in cui vi sia stata responsabilità diretta dell'uomo. Che preferisce dimenticare le sue colpe e il suo cinismo. Preferisce cambiare di nome le cose. 

Abbiamo pertanto deciso di fondare un'associazione, «Cittadini per la memoria...» nella convinzione che certe lezioni della Storia non debbano aspettare delle ricorrenze per essere ricordate così come avvennero, con una consapevole e corretta ricostruzione dei fatti e il riconoscimento dei responsabili e delle loro responsabilità, senza fame di vendetta, ma di giustizia, senza fare sconti a nessuno, nemmeno quando, come nel caso della malefica diga, i colpevoli siano proprio le istituzioni più alte che ci rappresentano, nel nostro nome e per noi.
Abbiamo pensato che il modo migliore per celebrare le vittime del Vajont e di altre stragi causate sia quindi quello di ascoltare le voci dei territori che raccontano dei loro problemi, possibili Vajont da evitare, unica «protezione civile» che ci interessi veramente e non quella del business della ricostruzione. Per ascoltare i territori anche nelle loro eccellenze, bellezze, proposte per un reale e democratico sviluppo, anche in tempi di crisi come questo.
La tendenza delle celebrazioni ufficiali è soltanto quella di dare un contentino a chi certe disgrazie le ha vissute sulla pelle, fino all'estinzione naturale dei testimoni. Allora si potrà rimodellare la memoria, giocare con le parole e far diventare l'opera del cinismo umano, spesso della sua cattiveria, «incuria» o «disgrazia ambientale» o «malaugurato incidente», come quando un operaio cade da un ponteggio o migliaia di persone muoiono per aver lavorato in fabbriche assassine, come quelle dell'amianto.

Tra i nostri primi obbiettivi, la nascita del trimestrale «Territori» un presidio costante su tutto quello che avviene nelle nostre città, nei nostri paesi, nei piccoli o grandi comuni che vanno ascoltati, prima e non dopo la loro agonia, la loro morte o il loro suicidio, così come accadde in questo periodo a molti piccoli imprenditori che diventano statistiche utili ai partiti, ma a cui nessuno aveva prestato orecchio quando si sarebbe potuto fare qualcosa per aiutarli. Territori vuole anche essere uno strumento per la promozione delle bellezze paesaggistiche, culturali, imprenditoriale, alimentari e sociali dei territori nella convinzione che non vi potrà essere nel nostro paese ripresa economica senza un'attenzione particolare al turismo e alle potenzialità delle eccellenze locali.
La rivista verrà inviata a tutti gli 8.000 sindaci italiani che saranno invitati a collaborare inviando le «voci» dei loro territori.
Tra gli scopi della rivista è anche quello di diventare un organo di trasparenza ed un presidio continuato alla penetrazione delle mafie sui territori.
Oltre al trimestrale, intendiamo allestire sulla frana del Vajont un presidio continuato per «Ascoltare» le voci che si levano dai territori, informare e fare fisicamente rete. In occasione del prossimo ottobre 2012 monteremo una yurta, la tenda mongola popolare negli altopiani dell'Asia centrale, nella quale verranno organizzate mostre, proiezioni, incontri, seminari e quant'altro.

Come ogni anno il weekend precedente all'anniversario del Vajont sulla frana verranno liberati oltre 400 palloncini con il nome dei bambini sotto i 14 anni periti nella tragedia, uniti anche a quelle delle piccole vittime della strage di Beslan. Abbiamo raccolto i pensieri dei bambini di diverse scuole italiane per ricordarli tutti e per il prossimo ottobre verrà pubblicato un libro di ricordi e denunce al mondo cinico degli adulti scritti dai bambini per i bambini.

Chiediamo a tutti quanti voi di aderire alle nostre iniziative e di iscrivervi numerosi alla nostra associazione.
Il costo di iscrizione è di 50 euro e ad ogni socio verranno inviati i quattro numeri annuali della rivista Territori, il libro scritto dai bambini. Ma soprattutto ad ogni iscritto chiediamo di diventare un presidio sul loro territorio, informandoci di tutto ciò che ritiene interessante da raccontare, notizie buone o cattive, esempi da seguire o disastri da evitare.
Siamo collegati con numerose altre associazioni (tra cui quelle delle vittime dell'amianto, al presidio di San Pietro Rosà) che speriamo di sostenere, aiutare con le nostre iniziative.
di Lucia VastanoluciaV

Per informazioni sull'iscrizione:
Luciano Pezzin, sindaco di Erto e Casso
Roberto Padrin, sindaco di Longarone
Gino Sperandio
Lucia Vastano
Carolina Teza
Fulvia Gueli
Longarone, 16 aprile 2012
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