conegliano01conegliano02È una bella giornata il sabato in cui ci ritroviamo in una decina di soci Fiab di Conegliano per la pedalata civile a Erto. Prendiamo il treno che, con i soliti disagi, trasporta noi e le nostre biciclette fino a Longarone da dove iniziamo la pedalata: fanno parte del gruppo anche A. di 9 anni che pedalerà instancabile per tutti i 60 km del percorso e suo fratello E. di 4 anni che farà compagnia al papà dal suo seggiolino cantando e chiacchierando. Oltrepassiamo il Piave ed iniziamo la salita accompagnati dai saluti e dagli incoraggiamenti di un gruppo di persone affaccendate attorno a degli stands di una festa paesana: scopriamo subito dopo che sono lì per accogliere i podisti che ci hanno preceduto in mattinata nella salita alla diga e che stanno tornando a valle.  
Il percorso verso Erto è lungo, ma non faticoso, così guadagniamo quota e ci troviamo all’interno delle gallerie che precedono la valle. Qui ci fermiamo all’imbocco della diga a leggere le epigrafi degli operai e dei tecnici morti durante la costruzione o spazzati via dall’onda, mentre A. osserva con attenzione e ascolta in silenzio. Una volta usciti dalle gallerie lo spettacolo che ci si offre davanti è impressionante: la parete liscia del monte Toc e l’enorme frana che ha riempito la diga ci tolgono le parole mentre prevalgono sgomento,  incredulità e  rabbia per le quasi 2.000 vittime di una tragedia ampiamente annunciata.
Oltrepassiamo la diga e girando a destra percorriamo un anello che costeggia tutto il bacino correndo sopra la frana e ci conduce a Erto dopo aver ammirato alcuni scorci sulla valle del Vajont e sulle montagne circostanti. Dopo la foto ricordo davanti al cartello del paese e dopo la pausa pranzo a Erto vecchia, riprendiamo la strada del ritorno sostando brevemente in prossimità della diga per leggere i nomi dei bambini uccisi dall’onda la notte del 9 ottobre ‘63, riportati sulle bandierine colorate. A. li passa in rassegna e cerca quelli dei bambini che avevano la sua età o quella dei suoi fratelli, incapace, come noi, di capire l’enormità di quella tragedia. La discesa verso Longarone è piacevole e veloce, così ci avviciniamo alla meta finale pedalando sulla sinistra del fiume Piave fino a Soverzene per giungere a Ponte nelle Alpi dove riprendiamo il treno che ci riporta a casa.

Paola

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