casamatta
"Lungo le Strade della Resistenza", fatte le giuste proporzioni e un po' di sano sarcasmo, che non guasta mai, anche noi abbiamo fatto la nostra strada resistenza su quelle strade.
Ci aspettiamo una tappa impegnativa, tipo mangia e bevi, di fatto ci siamo trovati a fare molte salite vere e altrettante discese,
pianure? Non pervenute. Si finisce con oltre 150 km e 2.500 metri di dislivello positivo.
La giornata ciclistica non inizia bene, attraversiamo Maranello, ma nonostante tutte le mie attenzioni, non ho trovato nessun cavallo perso dai motori Ferrari, li avrei inseriti volentieri nel motore umano che spinge la mia bicicletta.
Siamo ancora in collina: è uno spettacolo vedere su quelle piante i bellissimi frutti rossi, siamo a Vignola con le sue ciliegie. Ma presto, troppo presto, ci accorgiamo che la giornata non sarà delle più semplici, alla prima vera difficoltà, perdiamo i due componenti del gruppo, causa guasto tecnico del loro tandem.
Siamo nell'entroterra reggiano, le bellissime montagne verdi, ci fanno da cornice, abbandoniamo le strade comuni e ci innoltriamo in un bosco,  poi si dirà che doveva  essere una scorciatoia, di fatto dopo un inizio ottimistico, il sentiero incomincia a salire, il sentiero si trasforma in una vera e propria mulattiera, le pendenze aumentano si toccano percentuali di salita importanti 17/18%,  il nostro furgone di appoggio, incomincia a lavorare, trovandosi per il recupero di altri due ciclisti, in forte difficoltà.
Ci ricompattiamo, siamo stanchi, ma abbiamo fatto solo 30 km, ce ne aspetta almeno altri 100 km.
Ci rimbocchiamo le maniche, e via si riparte, ma... purtroppo non è cambiato molto, abbiamo sempre le salite, e che salite, e le discese e che discese. Arriviamo nei pressi di Zocca, paese del grande Vasco, i componenti del furgone ci prepara la classica merenda. Causa una forza maggiore, la classica "me cala la palpebra", la chiusura della giornata la lascio per domani.
Fine prima parte della seconda tappa.
Secondo atto della seconda tappa.
Siamo fermi per un recupero fisico e gastronomico a Zocco(la), l'articolo tra parentesi, è un atto dovuto, in quanto la definizione, anticipata dalla parola "porca", è stata la più gettonata della giornata.
Giulio, Siria, Franca e Marinella, sono i componenti, insostituibili, della staff di appoggio, alla guida dei due pulmini, che oltre a seguirci nel viaggio hanno sempre parole di sostegno e di incoraggiamento, oltre alla loro naturale simpatia, più li conosco e più li definisco Angeli del Soccorso.
Si riprende, si sale si scende, si risale si riscende, le forze sono sempre meno, i km mancanti, sempre tanti. Ma "già lo sai", finalmente i nostri angeli del soccorso all'orrizzonte, pausa con ottimi panini, che in quel momento, non avrei sostituito con un piatto 5 stelle, ma arriva anche un ulteriore imprevisto.
Ci mancano ancora circa 30 km per evitare la strada statale, porretana, tristemente famosa per la sua pericolosità, il tracciato ci propone un percorso alternativo, si deve decidere, se rischiare, consapevoli, sulla stradale o seguire l'originale tracciato e le sue
incognite.
Alla fine si decide di dividerci in due gruppi.
Io rimango con la maggioranza e decidiamo per la statale porretana, presto ci accorgiamo dell'errore, ma non per il traffico, ma semplicemente perché a causa di una interruzione stradale, siamo costretti ad un percorso alternativo, dove come sempre le salite non mancano, ma se possibile abbiamo corso un rischio maggiore.
In cima, ma molto in cima, vediamo il nostro pulmini con i nostri "angeli del soccorso", fermi ad un blocco dei carabinieri, arriviamo sul luogo, ma gli agenti dell'Arma, ci invitano in modo serio di proseguire e non intralciare il traffico, siamo preoccupati ma non possiamo fare altro, poi...?
Il pulmino è stato fermato, "libretto e documenti", speriamo che si limitano a questo, ma poi!!! "Per cortesia mi apre il furgone", paura, paura vera, il furgone aperto ed escono, due nostri ciclisti che sono stati recuperati sul percorso, ma senza documenti.
A questo punto, multa mega, sequestro del pulmino, accompagnamento in caserma per il riconoscimento, di fatto una tragedia!!!
Ma le nostre crocerossine, i nostri "angeli del soccorso", diventano protagoniste nel modo più semplice, toccano l'anima degli agenti, propongono una alternativa, si sarebbero incamminate nell'ingnoto, per far posto regolare sul furgone ai due sventurati ciclisti.
Quando si tocca l'anima, anche il carabiniere rimane umano, realizza la situazione, e contro ogni regola dell'Arma consente al nostro furgone degli " angeli del soccorso", di continuare il percorso, ma solo con l'assicurazione da parte nostra di non essere mai stati fermati. Noi non sappiamo ancora cosa è successo, ma quando il nostro furgone passa, tutti abbiamo un sospiro di sollievo.
icare
Dopo un ulteriore momento triste, che non posso e non riesco a documentare, finalmente arriviamo a Pistoia.
Arriviamo al centro di accoglienza di Don Biancalani, con oltre 60 minuti di ritardo.
biancalani2Il gruppo che ha seguito l'originale tracciato era già arrivato, con molti meno imprevisti. Siamo stanchi, molto stanchi, siamo sfiniti, tutti noi sogniamo una doccia, e un letto dove stenderci. Dobbiamo cenare al centro, ma per rispettare una regola del Ramadan, dobbiamo attendere il tramonto prima di assaporare i piatti tipici polietnici.
Finita la cena, "Don Biancalani", ci racconta la sua storia, ma soprattutto la storia dei molti immigrati africani, alcuni di questi, impegnati nell'accoglienza, e a servirci le loro cibarie.
Ma, a questo punto la serata non è finita, dobbiamo ancora cavalcare la nostra bicicletta e come tante lucciole, nel buio più assoluto, pedaliamo ancora per circa 10 km, molti di questi in salita, prima di raggiungere il nostro albergo, e a questo punto, buona notte e buona vita a tutti, domani è un altro giorno e una nuova avventura ci attende
di Scatto59

 

 



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