cover paci annodopoannoOgni Paciclica ha la sua storia e ognuna aggiunge/toglie qualcosa rispetto alle precedenti. Dall'edizione del 2010 - la prima come evento nazionale Fiab (e non più solo di Fiab-Brescia) - a quella conclusasi il 7 ottobre scorso (la quinta) l'evoluzione di Paciclica è stata costante, e proprio l’ultima è sembrata raggiungere finalmente la forma più confacente a soddisfare gli scopi per cui è nata, che rimangono immutati.

Anzitutto portare alla Marcia della Pace una testimonianza rafforzata dall’impegno che comporta l’andarci in bici anziché banalmente in auto. Al contempo - stante l’epoca di cambiamenti climatici certificati come imputabili alle emissioni fossili - portare nella Marcia, grazie al nostro mezzo a emissioni zero, il messaggio ambientalista del rispetto della Natura, che ha pari urgenza di quello umanitario del rispetto dei diritti umani.

Non secondario, per la nostra indole di appassionati ciclisti, il piacere di

un viaggio cicloturistico a tutti gli effetti, appena un po’ fuori stagione e tanto meglio se da distanza significativa. A renderlo particolare solo la destinazione, una grande manifestazione civile, del tutto speciale nel suo genere come la Marcia, a sua volta, nel calendario annuale Fiab, meta comune in contemporanea per ogni associazione locale che decida di aderire con propri iscritti.
Quest’anno la novità maggiore di Paciclica andava a soddisfare proprio una necessità logistica dei ciclisti per il pomeriggio del sabato: una sede accogliente a disposizione di tutti i paciclici in arrivo a Perugia per potersi incontrare conoscere raccontare in uno spirito di comune condivisione di idee e di esperienze. La scelta del luogo, un antico tempio della città alta, non poteva essere più confortevole (pieno merito della capacità organizzativa della giovane Fiab locale e della sua presidente Maria Grazia).

tempio perugiaFinora la consuetudine era che arrivati a Perugia, si andasse tutti al "Meeting degli studenti per la pace" per indirizzargli il nostro saluto e dire il significato di Paciclica, ricambiati dal calore con cui si era accolti, bici comprese, sul palco. Tutto però a prezzo di attese, disguidi e tempi stretti e stressanti volendo poi salire di nuovo in bici per raggiungere Assisi a ideale completamento del viaggio.

Molto meglio la soluzione adottata ora di mandare una piccola rappresentanza a salutare i ragazzi del meeting e riservarci il tempo a disposizione fra amici delle diverse Fiab partecipanti. Tanto più dovendo accordarci su come affrontare l’indomani mattina un ruolo non indifferente all’interno della Marcia: quello assegnatoci dagli organizzatori di prendere la testa del corteo fin dalla partenza, con le nostre bici portate a mano, davanti al lunghissimo lenzuolo arcobaleno sorretto dai ragazzi,icona della Marcia. È il momento, per noi molto gratificante, che possiamo ritenere il punto culminante di Paciclica, per noi, per il nostro messaggio e indirettamente anche per il marchio Fiab che indossiamo e per il mezzo Bici in sé, mai abbastanza pubblicizzato. A questo "ruolo" di testa del corteo eravamo già stati invitati un po’ a sorpresa (e dopo una lunga opera di convincimento presso la Tavola della Pace) nell’edizione 2016, così stavolta ci siamo potuti presentare più preparati e numerosi alla partenza (nonostante la pioggia e la levataccia obbligata per raggiungere le postazioni) in modo che le bandiere Fiab e arcobaleno intrecciate, lo storico striscione Paciclica per la pace e l’ambiente dispiegato e le parole di benvenuto dall’altoparlante,in esplicito riconoscimento del valore aggiunto della nostra iniziativa, sono entrate nelle riprese delle varie tv presenti.

Sulla strada per Assisi, a Santa Maria degli Angeli, ci aspetta un'altra acquisizione dell’edizione 2016 riconfermata quest’anno (sempre grazie all’impegno meritorio degli amici di Perugia) il gazebo informativo Fiab posizionato a un tiro di braccio dei centomila in marcia cui offrire i nostri volantini pro-bici e pro-modalità paciclica di andare alla Marcia.
Quanta voglia di bici possiamo aver disseminato fra il popolo marciante non si può sapere, tuttavia riguardo a Paciclica un riscontro c’è di quanta motivazione sia in grado di suscitare fra le persone.

GAZEBO FIABL’esempio non sorprende che venga da Brescia dalla cui Fiab Paciclica è nata nel 2003 come viaggio di tre giorni su un percorso di quasi 500 km e numero chiuso intorno ai 20-25 partecipanti. La formula, nonostante si possa ritenere “al limite” come possibilità per normali ciclisti è rimasta fissa nelle 8 edizioni, regalando esperienze indimenticabili ai partecipanti che si sono succeduti (in maggioranza ciclisti di media gamba che grazie al gruppo si sono scoperti energie sconosciute spingendosi a ripetere l’esperienza almeno una volta) nonostante una tabella di marcia a ogni tappa implacabile. Ma come era naturale a partire dall'edizione del 2014 una dozzina di soci hanno varato una variante prolungata a 6 giorni e su tutt’altro altro itinerario (in parte Via Francigena) per accorciare le tappe di km e di ore in sella, a tutto beneficio di luoghi e ambienti da visitare. L’hanno chiamata "l'Impensabile" (in omaggio alla confessione di una partecipante). Quest’anno con un bel colpo di fantasia ha trovato un nuovo itinerario lungo il cammino di San Benedetto da Cassino a Norcia (dove la meteo avversa ha consigliato saggiamente di fare l’ultima tappa del sabato in treno fino ad Assisi). Pedalati 350 km e 11.000 mt di dislivello in 7 tappe.
La Paciclica di durata settimanale ha partorito quest’anno una ulteriore versione, Paciclica Slow, questa sulla stessa direttrice della classica (Mantova, Romagna e Val Tiberina), dove lo slow sta per “concedersi del tempo” per visitare luoghi d’interesse altrimenti ignorati (ad es. a Pieve Santo Stefano l’Archivio diaristico nazionale, chiamato anche "Banca della memoria popolare"). Non solo: i tempi più rilassati hanno permesso di incontrare a Forlì il locale gruppo Fiab che aveva aderito a Paciclica e proseguire insieme.

Tre Pacicliche per una sola Fiab locale: l’altra novità di questa edizione che dimostra la versatilità/potenzialità di Paciclica a continuare in futuro come ciclo-manifestazione saldamente sposata alla Marcia (il ruolo in testa del corteo) capace di adattarsi a qualsiasi modalità di ciclo-viaggio. E ciò bisogna dire, in contrasto con il dato generale di assenza da parte delle oltre 150 Fiab locali. Rilevante ed esemplare solo la partecipazione di Ruotalibera Fiab di Roma, una ventina di partecipanti e con una modalità di viaggio genere slow . Sappiamo però di soci Fiab che,stante l’interesse scarso o nullo della loro associazione per Paciclica,se la sono organizzata individualmente o in coppia anonimamente, e di altri soci (due piccoli gruppi di Fiab lombarde) che nelle stesse condizioni hanno chiesto di aggregarsi a gruppi che l’avevano già in programma (Brescia).

A bilancio si può dire che se c’è la motivazione esiste poi ampia possibilità per chiunque, quanto a modi e tempi per arrivare a Perugia, ferma restando solo la condizione di "viaggio a zero emissioni", in coerenza col suo carattere simbolico, e arrivo preferibilmente il sabato. Ammessa ovviamente anche l’intermodalità col treno, a tratti o in toto (a patto di portarsi la bici per l’utilizzo prima e durante la Marcia, soluzione al minimo adottata da soci Fiab di Parma e di Palermo).
Ma Paciclica ha ormai le caratteristiche per andare anche oltre Paciclica ed essere intesa come un formidabile propulsore di viaggi pedalati e impegnati a netta connotazione etica civile ambientale, per la soddisfazione intima di chi li fa oltre che, se del caso, per darne pubblica testimonianza a sostegno di una nobile causa. 
L’esempio di Brescia è anche qui significativo. Dal 2016 quelli di Paciclica "organizzano" viaggi di allenamento a Paciclica su destinazioni che sono grandi lezioni dal vivo di storia patria: Marzabotto, Fossoli, Barbiana ecc. senza dimenticare la meta del Vajont che fa caso a sé: dal 2008 nella data della ricorrenza si rinnova il viaggio di due giorni (molto speed) Brescia-Erto da parte degli infaticabili del gruppo paciclico. Vale la regola che tanto è forte la meta come carica simbolica tanto diventa forte la motivazione a raggiungerla in bici.
In questo senso il pensiero corre spontaneamente all’iniziativa degli amici ciclo-ambientalisti di Pedale Veneziano che ogni anno dal 2014 organizzano il bici viaggio da Venezia alla città europea che ogni anno a inizi dicembre ospita la Conferenza Onu sul Clima: quest’anno sarà Katowice: oltre 1.400 km in 12 tappe. In attesa della partenza lunedì prossimo, un buon viaggio da Paciclica ai due “capi gita” Daniele Pernigotti lo scienziato e Alberto Fiorin il cicloescursionista

di Gino Ferri

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