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i tram di Rabat

18 febbraio RABAT - CASABLANCA km 96 dislivello in salita m 130
Lascio di buon ora la bella Rabat e imbocco la strada che per tutta la tappa costeggia l'Oceano Atlantico. Per diversi chilometri ci sono stabilimenti balneari frequentati nella stagione idonea (quindi tutto l'anno tranne l'inverno) dalla borghesia marocchina. In diverse occasioni incrocio dei ciclisti del posto con bici da corsa e tute aderenti come da noi.
Desta poi meraviglia il fatto che pur trovandomi nella regione più popolata del paese, proseguendo nella tappa si possano ancora godere per circa una trentina di chilometri, tratti di costa ancora incontaminati; ma ormai dappertutto stanno sorgendo come funghi faraonici complessi turistici e probabilmente gli ameni paesaggi che sto osservando, entro pochi anni saranno soltanto un ricordo. Gli ultimi 20 chilometri per entrare a Casablanca si snodano in un'orrenda periferia: squallidi caseggiati, raffinerie, aree industriali, ma soprattutto bidonvilles: la vista di queste ultime mi lascia particolarmente attonito. Vaste distese di misere baracche circondate da cumuli allucinanti di sporcizia, dove migliaia di disperati vivono ai margini della società. Casablanca ha una popolazione ufficiale di 5,5 milioni di abitanti, ma quella reale supera probabilmente gli 8 milioni.

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MOSCHEA HASSAN II


Ogni anno si calcola che cresca di 30-40.000 unità, provenienti dalle zone più povere del Marocco. Nel cuore della città, vicino alla Medina e in un quadrilatero di strade dove aleggia il fenomeno della prostituzione, trovo un alberghetto pulito e accogliente. Poco distante, consumo un ottima cena a base di fritto misto di pesce.


19 febbraio CASABLANCA km 0
Con una camminata di circa 40 minuti (intralciata da un numero considerevole di mendicanti e qualche seccatore) raggiungo il monumento piu famoso della città, la colossale moschea Hassan II. I numeri sono da Guinnes dei Primati; costruito sulla riva dell'oceano e terminato nel 1993, l'edificio per volumetria potrebbe inglobare l'intera Basilica di S Pietro. Il minareto, con i suoi 210 metri, è il piu alto del mondo. All'interno ci sono pavimenti elettroriscaldati, scale mobili e il tetto apribile. La moschea è una delle pochissime ad essere accessibile anche ai non musulmani.

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MOSCHEA HASSAN II

All’esterno centinaia di persone si godono il sole passeggiando lungo l’enorme spianata rivestita di marmo o stando sedute mangiando pop corn sul parapetto sovrastante l’oceano. Decine di ragazzi, con pinne e tavola da surf si cimentano a sfidare le onde proprio davanti alla moschea. Tutto l’insieme anziché incutere nell’osservatore un senso di rigida sacralità, suscita una serena allegria. Trascorro il pomeriggio passeggiando tra le affollatissime vie e le piazze centrali della metropoli, dove miseria e opulenza vivono in stretto contatto; auto, negozi e ristoranti di lusso, gente con abiti firmati stridono con la sporcizia onnipresente delle strade, i mendicanti, i palazzi scalcinati, la puzza di urina sui marciapiedi.

 

20 febbraio CASABLANCA - SETTAT km 74 dislivello in salita m 460
Nello stesso modo che si era verificato quando ero giunto all'hotel, anche il proprietario del piccolo bar in cui faccio colazione prima di iniziare a pedalare mi obbliga letteralmente ad afferrare la Cangura guardata a vista (già con le ruote bloccate dal grosso lucchetto che porto sempre con me) e a portarla dal marciapiede dentro il locale. I furti e la microcriminalità qui evidentemente sono a livelli molto elevati.


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Casablanca, la zona della prostituzione


L’uscita dalla città con il traffico del lunedì si dimostra alquanto impegnativa, con un traffico caotico e indisciplinato e una cappa acre di smog che mi accompagna fino a metà mattinata. Poi gradualmente il paesaggio ritorna verde e collinare. Mi fermo a Settat, anonima cittadina di provincia ma tutto sommato animata e gradevole. Conosco Ali, un simpaticissimo fornaio che mi sorprende con le sue gustose pizzette peperoni e pomodoro, mai assaggiate prima qui in Marocco. Il mistero è presto svelato: Ali alterna il mestiere di panificatore qui con quello di muratore a Verona.




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