verso Erfoud

4 gennaio TINERHIR - ERFOUD km 142 dislivello in salita m 210
Lunga pedalata scorrevole ma monotona attraverso un paesaggio desertico prevalentemente piatto. Tra i pensieri fluttuanti (a volte demenziali) che il deserto induce nel viaggiatore, non posso fare a meno di considerare che ogni deserto ha i suoi rifiuti. Per esempio in Cina, in quello del Taklimakan puoi osservare in continuazione, ai margini della strada, bottiglie di plastica, stracci di vario genere e scarpe putrefatte.

Qui invece c'è abbondanza di bottiglie di vino e di birra (vuote ovviamente) e pannoloni assorbenti di donne e neonati. Nei rari villaggi che incontro tutti mi sorridono e tutti mi salutano, con un bon voyage o un bon courage. A «vivacizzare» una tappa altrimenti senza storia concorrono due episodi:
a) al km 110, in una zona con piccole dune sabbiose, sono presenti ai margini della strada delle bancarelle. Un ragazzo vestito da tuareg mi intravede arrivare in lontananza e inforcata una bicicletta, prima tenta di fermarmi e poi, dal momento che continuo indifferrente la mia andatura, mi insegue. Tento di seminarlo ma non ci riesco, lui si affianca pericolosamente vicino e comincia ad assillarmi con il classico testo standard tratto parola per parola dal «Manuale Del Seccatore Marocchino»: «Hello friend! Good? Aleman, francais, english? You don't speak? How are you? Please stop ecc. ecc.» Mi sta dietro per quasi 500 metri, poi finalmente desiste scaricandomi addosso quella che ritengo debba essere l'intera antologia delle parolacce in marocchino.
b) al km 116, attraversando un piccolo villaggio, un gruppetto di piccoli teppisti (bambini di circa 10 anni) mi scaglia addosso due o tre bottiglie di vetro, una va infrangersi contro la forcella anteriore, l'altra tra le ruote della Cangura, fortunatamente senza creare danni alle gomme.




5 gennaio ERFOUD - MERZOUGA km 63 dislivello in salita m 40
Dopo aver pedalato per circa 20 km in un oasi densamente popolata, entro in pieno deserto: per tratti anche di diversi chilometri, non appare un filo d'erba, il suolo è scuro e sassoso, se non fosse per il cielo blù intenso, parrebbe di essere sulla luna. Poi gradualmente all'orizzonte appare, quasi fosse un miraggio, una lunga cortina di dune ampia circa 20 km e con altezza fino a 300 m rispetto al terreno circostante.
marocco gusmeriLE CHEVALIER SOLITARIE

A due km dal piccolo villaggio di Merzouga (ma visibile già da grande distanza) vedo, simile ad un austero, solitario e affascinante castello circondato dal deserto, Le Chevalier Solitarie, un confortevole hotel in stile tradizionale marocchino gestito da un amico di Tony Gialdini, Giacomo Ferri.

marocco gusmeriLA FAMIGLIA FERRI, Giacomo, Latifah, Alvise

Un piemontese/bresciano che qui non solo ha investito le proprie risorse lavorative, ma ha anche trovato famiglia.  Sua moglie Latifah è di Fes e c'è già il piccolo Alvise di 10 mesi! Giacomo mi conduce nella torre sinistra (non come prigioniero!), in sostanza un mini appartamento a mia completa disposizione. Alla cena, oltre al sottoscritto e alla famiglia Ferri, partecipano due simpatici piemontesi amanti del motociclismo: Giacomo è un ottimo conoscitore della zona e di buona parte del Marocco (testa personalmente ogni pista, sentiero o accampamento) e un affidabile organizzatore di trekking, tour in motocicletta e bicicletta. Ai commensali, rimasti perplessi dal mio appetito da canarino, racconto poi episodi e anedotti riferiti ai miei viaggi in bicicletta.

gusmeri marocco
Alvise, un piccolo paciclico


 



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