anonymous VajontPaciclica, come si capisce già dalla sua home page, ha una particolare sensibilità per il Vajont. Dal 2008, nella ricorrenza di quella tragedia «madre di tutte le catastrofi industriali provocate dall'uomo», organizza una spedizione di due giorni in bici da Brescia a Erto (vedi red sull'edizione 2009). Un gesto di solidarietà con gli abitanti del posto sapendo quanto hanno sofferto non solo al momento ma anche dopo il fatto, spesso beffati e abbandonati a loro stessi dalle istituzioni.

Proprio di questa sorte sommamente ingiusta si occupa il sito Vajont.info che - incredibile notizia di ieri - era stato minacciato di chiusura, poi chiuso, ora sembra riaperto, su ordine di un magistrato di Belluno per una accusa di diffamazione mossa da un Onorevole. Dato che riguarda l'archivio online di documentazione e testimonianza di gran lunga più autorevole e vasto in materia, il fatto è comunque inquietante. Il suo curatore Tiziano Dal Farra l'ha creato nel 2004 come risposta indignata alla montagna di menzogne che durante le celebrazioni del 40° aveva sentito raccontare su aiuti e riparazioni di cui avrebbero beneficiato le persone e le comunità colpite. Di sua iniziativa aveva cominciato a raccogliere documenti su documenti che svelavano tutt'altra verità: quella della prevalenza dei profittatori e dei furbi sugli aventi diritto che si sommava all'impunità per i principali responsabili. Uno scandalo che non è mai scoppiato e di cui non c'è coscienza a livello nazionale. Tanto meno c'è stata riconoscenza pubblica verso un ricercatore privato e volontario come Dal Farra per il prezioso contributo di conoscenza che ha dato. Com'è giusto, la memoria del Vajont vive soprattutto del «prima» denunciando gli inganni le menzogne il cinismo con cui il potere cercò il profitto privato a costo dei previsti enormi rischi per le popolazioni che puntualmente si verificarono. Basta pensare all'orazione civile di Marco Paolini di 14 anni fa che emozionò tutti l’Italia o al film di Martinelli.

Meno coinvolgente ma non meno significativa è però anche la memoria del «dopo», che si alimenta di fatti senza suspense, racconta di tante meschinità e violenze senza un crescendo drammatico ma aiuta altrettanto la consapevolezza dei cittadini (un ottimo saggio su questo versante l’ha scritto Lucia Vastano «Vajont, l’onda lunga. 45 anni di truffe e soprusi contro chi sopravvisse alla notte più crudele della Repubblica»). Come Paciclica ci auguriamo che il sito che arricchisce il racconto del dopo Vajont rimanga stabilmente a disposizione di tutti e dopo questo allarme trovi nuovi visitatori. Tanto più ora che si va verso il 50°, il 9 ottobre 2013.

Gino Ferri, per la redazione di paciclica.it

repubblica.it sull'hackeraggio di Anonymous che vendica la chiusura di vajont.info

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