La premurosa Delfina ci fa trovare la colazione in cucina così possiamo partire abbastanza velocemente. Franco ci accompagna a prendere le bici che erano rimaste ad Abbadia Isola, e qui lo salutiamo dato che deve rientrare ed è rimasto insensibile ai nostri inviti a continuare con noi. Cosa che avrebbe fatto molto volentieri se non avesse avuto altri impegni. Lo ringraziamo per l'aiuto che ci ha dato e partiamo verso Siena. Piazza del campo inondata di sole è invitante, così ce la godiamo per una mezz'ora poi andiamo a cercare Suor Ginetta che ci mette il timbro con dedica e via per Bonconvento dove mangiamo qualcosa prima di iniziare la salita verso Montalcino.
Il paesaggio autunnale è incantevole e ci fa scordare le difficoltà della salita. Incontriamo una coppia di ragazzi canadesi ed una di anziani appassionati di fotografia originari di Santa Fé.

Da Montalcino a Sant'Antimo la strada è sempre tra posti e colori idilliaci. Non possiamo non fare la deviazione per visitare l'Abbazia dove ci mettono il timbro. Rapida discesa per Monte Amiata Scalo e da qui iniziano i 33 km di salita che dovrebbero portarci ad ad Abbadia san Salvatore. Quando arriviamo, dopo 22 km, a Campiglia d'Orcia ormai è buio e fa freddo così decidiamo di fermarci in una pensione dove ci gustiamo una cena a base di porcini. Domani ci aspetta Sutri.

Da Campiglia d'Orcia a Sutri.
Abbiamo fatto molto bene a decidere di fermarci Campiglia d'Orcia dato che la salita ad Abbadia san Salvatore è ancora lunga e ci impegna per un'ora. Facciamo visita a Fra Roberto all'abbazia cistercense per farci timbrare la credenziale.
Fra Roberto, 84 anni, vive nell'abbazia da 58 ed è orgoglioso di mostrarcela. Ci spiega come all'nizio dell'Ottocento venne parcellizzata e venduta in tanti piccoli lotti. Solo la chiesa e alcuni locali erano rimasti al clero. Con 23 atti notarili è riuscito a riunire la vecchia struttura ridando vita al vecchio convento. Ci mostra anche il museo con alcuni interessanti pezzi ritrovati in loco. Ci regala un libro sull'Abbazia e ripartiamo dopo un caffè verso Bolsena, dove siamo attesi dall'Assessore al turismo. Arriviamo verso le 13:30 e ci fermiamo per uno spuntino nella piazza centrale vicino al Comune dove avviene l'incontro nella Sala consigliare.
Ripartiamo per Montefiascone alle 15 ed abbiamo ancora 50 km da fare. La salita è tranquilla ma il mio disturbo, sempre presente, si riacutizza ma tengo duro e ci lanciamo nella discesa verso Viterbo dove arriviamo sulla statale intasata dal traffico dell'ora di punta; attraversiamo il centro in direzione Roma strada cimina mancano a Sutri 25 km quando ne abbiamo percorsi 100. Il mio dolore diventa insopportabile non so come sbrogliarmi quando Piermario incontra casualmente Dino che si offre di accompagnarmi con la sua macchina sino a Sutri. Piermario ed Osvaldo lasciano a noi i loro bagagli per viaggiare più spediti. Dino è una persona di circa 40 anni che fa il gioielliere a Viterbo, sposato con un figlio di 4 anni ed una bimba di 10 giorni; ha percorso, in maggio, parte del Cammino di Santiago.
Troviamo la casa dell'accoglienza delle suore francescane che ormai fa buio, lo ringrazio augurandogli buona fortuna. Immagino l'arrivo dei miei compagni per le 20. Li sento al telefono per dargli indicazioni, ma non è semplice intendersi parlando di strade che non conosciamo. Il buio ed il freddo si fanno sentire, sbagliano strada ma Osvaldo capisce che è il caso di tornare indietro e finalmente ci ritroviamo. Le suore che ci ospitano ci preparano la cena che divoriamo ancor prima di aver fatto la doccia. Quattro chiacchiere tranquillamente sdraiati sui nostri letti ci consiglino il sonno quanto mai ristoratore.
Domani ultima tappa: Roma.

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