i tram di Rabat
18 febbraio RABAT - CASABLANCA km 96 dislivello in salita m 130
MOSCHEA HASSAN II
Ogni anno si calcola che cresca di 30-40.000 unità, provenienti dalle zone più povere del Marocco. Nel cuore della città, vicino alla Medina e in un quadrilatero di strade dove aleggia il fenomeno della prostituzione, trovo un alberghetto pulito e accogliente. Poco distante, consumo un ottima cena a base di fritto misto di pesce.
Con una camminata di circa 40 minuti (intralciata da un numero considerevole di mendicanti e qualche seccatore) raggiungo il monumento piu famoso della città, la colossale moschea Hassan II. I numeri sono da Guinnes dei Primati; costruito sulla riva dell'oceano e terminato nel 1993, l'edificio per volumetria potrebbe inglobare l'intera Basilica di S Pietro. Il minareto, con i suoi 210 metri, è il piu alto del mondo. All'interno ci sono pavimenti elettroriscaldati, scale mobili e il tetto apribile. La moschea è una delle pochissime ad essere accessibile anche ai non musulmani.
MOSCHEA HASSAN II
All’esterno centinaia di persone si godono il sole passeggiando lungo l’enorme spianata rivestita di marmo o stando sedute mangiando pop corn sul parapetto sovrastante l’oceano. Decine di ragazzi, con pinne e tavola da surf si cimentano a sfidare le onde proprio davanti alla moschea. Tutto l’insieme anziché incutere nell’osservatore un senso di rigida sacralità, suscita una serena allegria. Trascorro il pomeriggio passeggiando tra le affollatissime vie e le piazze centrali della metropoli, dove miseria e opulenza vivono in stretto contatto; auto, negozi e ristoranti di lusso, gente con abiti firmati stridono con la sporcizia onnipresente delle strade, i mendicanti, i palazzi scalcinati, la puzza di urina sui marciapiedi.
20 febbraio CASABLANCA - SETTAT km 74 dislivello in salita m 460
Nello stesso modo che si era verificato quando ero giunto all'hotel, anche il proprietario del piccolo bar in cui faccio colazione prima di iniziare a pedalare mi obbliga letteralmente ad afferrare la Cangura guardata a vista (già con le ruote bloccate dal grosso lucchetto che porto sempre con me) e a portarla dal marciapiede dentro il locale. I furti e la microcriminalità qui evidentemente sono a livelli molto elevati.
Casablanca, la zona della prostituzione
L’uscita dalla città con il traffico del lunedì si dimostra alquanto impegnativa, con un traffico caotico e indisciplinato e una cappa acre di smog che mi accompagna fino a metà mattinata. Poi gradualmente il paesaggio ritorna verde e collinare. Mi fermo a Settat, anonima cittadina di provincia ma tutto sommato animata e gradevole. Conosco Ali, un simpaticissimo fornaio che mi sorprende con le sue gustose pizzette peperoni e pomodoro, mai assaggiate prima qui in Marocco. Il mistero è presto svelato: Ali alterna il mestiere di panificatore qui con quello di muratore a Verona.