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verso Khemisset

15 febbraio MEKNES - KHEMISSET km 59 dislivello in salita m 560
Il Marocco presenta dei paesaggi estremamante variegati, e anche oggi ne ottengo una riprova: tutta la tappa si svolge attraverso un verdissimo paesaggio collinare, disseminato di fattorie, pascoli, magnifici uliveti.
Vaste distese prative sono ingiallite dalle margherite, il clima è mite, qui la primavera è già cominciata. Nel primo pomeriggio arrivo a Khemisset, anonima cittadina senza nulla di particolare, ma dal momento che per Rabat c'è ancora parecchia strada e non è una buona idea arrivare in una grande città con il buio, decido di pernottare qui.

 

16 febbraio KHEMISSET - RABAT km 83 dislivello in salita m 230

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Rabat

Gli ultimi 30 km verso la capitale si snodano lungo una trafficata superstrada, dotata fortunatamente di corsia di emergenza. La città è caratterizzata da una piccola Medina e da una estesa ma architettonicamente gradevole "Ville Nouvelle", con ampi viali affiancati da palme e tutti gli edifici dipinti di bianco. L'insieme conferisce al tessuto urbano un senso di luminosità e ariosità. Per alcune centinaia di metri c'è pure una pista ciclabile delimitata da cordoli di plastica e con un ottima segnaletica, purtroppo ogni pochi giri di pedale è ostruita dalle auto in sosta. Rabat denota una ricchezza, uno stile di vita ed un benessere quasi europei: ma tra le pieghe di questo riquadro, è facile scorgere la povertà e la disperazione di quelli (sono parecchi) che vivono ai margini della società. Ricordo che qui in Marocco la pensione è un lusso di pochi, la sanità pubblica non eroga nemmeno i servizi più elementari (quindi se sei povero non puoi pagarti le cure presso le strutture private), i servizi sociali sono quasi inesistenti.

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Rabat, INTERNO DEL KASBAH DES OUDALAS

17 febbraio RABAT km 0
Fatico a trovare un internet point, l'unico esistente in zona è moderno ma i posti sono limitati e dalla strada sottostante continua a salire una nauseabonda puzza simile a cavolo bollito putrefatto. Rabat, con la vicina cittadina di Salè, è stata fino al XVIII secolo un'inespugnabile base di corsari che terrorizzavano il Mediterraneo e buona parte dell'Atlantico. La Kasbah Des Oudalas era il luogo in cui si tenevano le aste degli schiavi (in genere equipaggi di navi francesi, portoghesi e spagnole). Le bancarelle della Medina offrono quantità industriali di prodotti contraffatti: cataste di orologi di Rolex e Cartier al prezzo di 3 euro, abbigliamento e calzature Gucci e Prada a prezzi stracciati. La capitale in tempi recenti si è dotata di una modernissima rete tranviaria: fa un certo effetto vedere transitare convogli simili a missili di fronte a porte arabescate e a bancarelle di frutta, mentre un tunnel bypassa tutto il traffico passando direttamente sotto la Medina. Di seccatori nemmeno l'ombra.


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RABAT, RUDERI DELLA MOSCHEA DI CHELLAH



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RABAT, RUDERI DELLA MOSCHEA DI CHELLAH



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