gusmeri marocco
Chi s'aspettasse che io affermi di sentirmi pronto e determinato a tuffarmi di nuovo in quella magica e unica dimensione che si chiama viaggiare in bicicletta probabilmente rimarrà un po' contrariato: questa volta l'avventura ha avuto una preparazione improvvisata. Poco più di un mese fa non ero ancora convinto di partire. Oltretutto sono un orso (se credessi nella reincarnazione buddhista senz'altro penserei di esserlo stato nella vita precedente) e come tutti i plantigradi nella stagione invernale tendo ad accumulare un cospicuo strato di lardo arenandomi in una pingue pigrizia fisica.

Mentre le altre partenze per lunghi viaggi le ho compiute a primavera avanzata od in estate, stavolta parto appena dopo l'Epifania senza quasi un minimo di allenamento e con l'ansia, dopo un volo aereo di poco meno di tre ore, di trovarmi in un Paese mai visitato prima in bici, il Marocco. Ma tra i dubbi e le incognite di un nuovo viaggio avventura e i dubbi e le incognite della quotidianità vissuta in quel mediocre e decadente Paese che è l'Italia di oggi, preferisco di gran lunga i primi. In altre parole: ho deciso di utilizzare l'ampio arco di tempo che la situazione di precarietà lavorativa mi ha messo a disposizione, per cercare un'altra volta di avvicinarmi a quella sensazione unica di auto gratificazione e auto realizzazione che la bicicletta tante volte è stata in grado di regalarmi.
E allora, dopo essere riuscito a raggranellare quattro soldi, che cosa è meglio che faccia? Passare l'inverno a gelarmi il sedere in una città soffocata dal cemento, dove un giorno ogni due respiri aria cancerogena, detentrice del record nazionale di infortuni sul lavoro e vittime della strada?
La sola cosa positiva che mi lega ancora un poco a Brescia, è che almeno, a differenza di altre parti, le risorse pubbliche vengono saggiamente amministrate badando al sodo e alla concretezza: come lo stanziamento da parte del Comune di  20 milioni di euro per un opera che la cittadinanza tutta aspetta con trepidazione da anni, quale è il parcheggio sotterraneo sotto il Castello, resi disponibili sopratutto grazie al taglio di altri 30 milioni di euro originariamente posti a garanzia di quei capitoli di puro spreco e assistenzialismo che sono le spese sociali e culturali (scuole e asili nido, trasporto pubblico, piste ciclabili, sussidi agli anziani e categorie disagiate, ecc.). Quindi mi son detto «Carpe Diem» - cogli l'attimo - (questo è tutto il latinorum che conosco) e cerca di trasformare questa situazione di instabilità in una nuova esperienza che se dal punto di vista razionale non porterà a nulla, contribuirà ulteriormente a farmi sentire una persona ricca dentro. E con questo rivolgo un appello a cassa integrati o in situazione simili alla mia: ma che ca..o fate qui? Se appena potete, fatevi un giretto per il mondo..., diventate per qualche mese viaggiatori zaino in spalla (o sedere in sella) e andate in Thailandia, Indonesia, Cina, insomma dove volete! Sarà per voi un'esperienza unica che non dimenticherete mai!
E se temete, allontanandovi temporaneamente dall'Italia di poter perdere una improbabilissima occasione di stabilizzare la vostra condizione lavorativa, non preoccupatevi, perché di questi tempi il lavoro sicuro lo trovate solo se siete raccomandati. E non saranno quelle poche settimane di assenza a modificare la vostra situazione.

Francesco Gusmeri per paciclica.it

 



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